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ALBUM D'EMOZIONI 2
Copertina del volume Album d'Emozioni 2

Album d'Emozioni 2
50 foto scattate da
Alessandra Perugi

I Ed. il Valico, Firenze, 2010
pp. 54; ill.; 8º
ISBN 9788890230073
EUR 16,00

Album d'Emozioni 2 raccoglie 50 foto a colori scattate da Alessandra Perugi e stampate su cartoncini patinati Fedrigoni da 350 grammi rilegati con spirale metallica. L'Album, intitolato "Le Tour de France au Col du Petit-Saint-Bernard", è interamente dedicato al passaggio, nel 2009, della 96ª edizione del Tour de France presso il Piccolo San Bernardo, il valico montano a 2188 metri di quota che unisce il comune valdostano di La Thuile con Bourg-Saint-Maurice nel dipartimento francese della Savoia. Il Piccolo San Bernardo è un traguardo di Prima Categoria nella classifica finale per aggiudicarsi la maglia a pois di "meilleur grimpeur", titolo vinto nel 2009 dall'italiano Franco Pellizotti, primo ad arrivare a tagliare anche il traguardo del Piccolo San Bernardo durante i 159 chilometri della 16ª tappa Martigny/ Bourg-Saint-Maurice. Il Tour de France passò per la prima volta al Piccolo San Bernardo nel 1949, quell'anno il traguardo italo-francese di miglior scalatore venne tagliato dal celebre Gino Bartali. Il Colle del Piccolo San Bernardo ha visto passare i ciclisti del Tour de France ancora nel 1959 e nel 1963, momenti emozionanti della storia del Tour che rimangono vivi e intensi anche attraverso la memoria fotografica. Alessandra Perugi ha voluto dedicare il suo nuovo libro alla memoria di Maurizio, Franco e Liberto Perugi.

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PRIMO VIAGGIO BOTANICO
IN TERRA DI LAVORO
Copertina del volume Primo viaggio botanico in Terra di Lavoro

Primo viaggio botanico
in Terra di Lavoro

di Francescantonio Notarianni
(Lenola 1759 - Vallecorsa 1843)
I Ed. il Valico,
Firenze, 2009
pp. 96; ill.; 8º
ISBN 9788890230066
EUR 30,00

Un'ampia introduzione storico biografica precede nel libro la ripubblicazione del primo rapporto botanico scritto da Notarianni fra il 1810 e il 1811 come "Corrispondente al Real Giardino delle Piante di Napoli dalla provincia di Terra di Lavoro". In appendice viene pubblicato, in riproduzione anastatica, il primo lavoro naturalistico di Notarianni dedicato al flagello della mosca olearia, una memoria uscita sugli "Annali di Chimica e Storia Naturale" nel 1795. Sette anni prima Notarianni aveva pubblicato le sue osservazioni pratiche sulle febbri malariche, frutto di un lungo studio svolto curando i tanti contadini che si ammalavano di malaria attraversando le paludi pontine durante i loro estenuanti spostamenti dall'entroterra montano verso i territori della piana. Notarianni fu Vice Protomedico, Sotto Intendente e Ispettore alla Pubblica Istruzione del distretto di Gaeta nel Regno di Napoli; a lui è dedicato il nome di una specie botanica, il Sedum notarjanni, la cui particolarissima storia è raccontata nel libro: vengono presentate fra l'altro le foto macro di un exsiccatum di Sedum notarjanni allestito nel 1826 dal celebre botanico piemontese Giovan Battista Balbis. Fra le 15 fotografie pubblicate nel volumetto c'è anche la foto originale, proveniente dagli archivi Alinari, del ritratto di Notarianni messo in mostra alla Prima Esposizione nazionale di Storia della Scienza inaugurata a Firenze nel 1929. Il libro contiene un elenco floristico di oltre 500 specie, arricchito con antiche tavole botaniche ricolorate al computer. L'opera è stampata in quadricromia offset tipografica su carte Fedrigoni che si fregiano dei marchi Long-Life ISO 9706 e Well Managed Forest.

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LE COSE CHE
POTEVANO ESSERE
Copertina del volume Le cose che potevano essere

Le cose che potevano essere
di Rino Di Bartolo
I Ed. il Valico,
Firenze, 2009
pp. 256; ill.; 16º
ISBN 9788890230042
EUR 10,00

La creatività narrativa con cui Rino Di Bartolo sviluppa in questo libro i suoi appunti della memoria ha come primo fondamentale risultato quello di tenere in perfetta armonia per l'intera opera semplicità e profondità. La soavità e la purezza del componimento, infatti, costituiscono una sorta di melodia che unisce un racconto all'altro; tanto che ci si muove volentieri all’interno di questo labirinto narrativo senza mai perdere il senso dell'orientamento.
Assaporando la leggerezza delle novelle, e delle tante storie di cui esse a loro volta si compongono, ci si ritrova nel contempo a riflettere su temi fondamentali dell'esistenza, come liberati e quasi contagiati dai personaggi, i quali escono dalla penna di un acuto osservatore che riesce a raccontare le loro vicende con rapidi ed efficaci passaggi spesso quasi cinematografici. Le novelle del professor Di Bartolo, insomma, che sanno essere al tempo stesso divertenti e toccanti, festose e commoventi, hanno il pregio di mostrare a distanza ravvicinata quanto siano manifeste certe semplici verità che muovono l'universo delle emozioni e quanto invece ci si sforzi vanamente di occultarle.
Rino Di Bartolo in questo libro è riuscito anche a coniugare sobrietà e ricchezza espressiva, sicuramente aiutato dagli strumenti della ricerca scientifica a lui familiari, come l'attitudine a semplificare e la capacità di sintesi, dimostrando tuttavia quanto la lingua italiana sia straordinariamente adatta a comunicare la giusta carica di vitalità che scaturisce da certi intrecci. Una lingua che non si arrenderà facilmente alle storture prodotte dalle solite forzature semplificative sempre in agguato, ma, al contrario, si evolverà nella sua naturale complessità, anche grazie a novellieri che si preoccuperanno di conoscerla, rispettarla e amarla.

Scarica l'inizio con i primi due racconti (4.8 Mb)

APPREZZO DELLO STATO DI FONDI
FATTO DALLA REGIA CAMERA
NELL'ANNO 1690
Copertina del volume L'Apprezzo dello Stato di Fondi...

Apprezzo dello Stato di Fondi
fatto dalla Regia Camera
nell'anno 1690

a cura di Bruna Angeloni
e di Giovanni Pesiri
I Ed. il Valico,
Firenze, 2008
pp. XLII-150; ill.; 8º
ISBN 9788890230035
EUR 25,00

L'Apprezzo dello Stato di Fondi fatto dalla Regia Camera nell'anno 1690 è un'edizione con note di commento curata da Giovanni Pesiri e Bruna Angeloni, due professionisti particolarmente competenti in tema di valorizzazione dei documenti archivistici. Il documento, pubblicato in un volume di 192 pagine (XLII-150) stampate in quadricromia, è appunto l'Apprezzo redatto nel 1690 dagli ingegneri Antonio Galluccio e Lorenzo Ruggiano su incarico della Regia Camera della Sommaria, massimo organo amministrativo del Regno di Napoli. Il lavoro dei due "tavolari", finalizzato alla stima economica del feudo di Fondi, si rese necessario quando nel 1689 il feudatario di Fondi Nicola Carafa Guzman morì senza lasciare eredi e di conseguenza l'immenso patrimonio della famiglia Carafa venne devoluto alla Corona, per essere poi posto in vendita allo scopo di finanziare col ricavato la costosa guerra di Milano. I due tecnici Galluccio e Ruggiano, al termine della loro trasferta nei centri della contea di Fondi, redassero così l'Apprezzo del feudo oggi pubblicato, un nutrito "dossier", che delinea efficacemente il profilo geografico, urbanistico e socio-economico di Fondi e delle "terre" che ne componevano lo "Stato". Benché l'Apprezzo di Galluccio e Ruggiano, a causa dell'indubbia rilevanza delle informazioni che esso ha fornito, sia diventato nel corso del tempo uno dei documenti più letti e citati da amministratori, tecnici e avvocati durante la loro attività legata agli attuali territori di Fondi, Monte San Biagio, Lenola, Campodimele, Itri e Sperlonga (in provincia di Latina), che dell'antico "Stato di Fondi" fecero parte, va precisato tuttavia che molti periti dei nostri tempi, i quali ben conoscono la storia del territorio su cui operano, non sembra abbiano mai potuto leggere l'Apprezzo nella sua stesura originale e integrale. Finora infatti, per quanto risulta, si è fatto ricorso a estratti o copie del testo (fra cui la trascrizione ciclostilata diffusa nel 1966 dal Comune di Fondi) dal momento che il manoscritto, già intorno alla metà del secolo scorso, era considerato disperso. Anche per questo i curatori propongono oggi in un libro l'edizione critica di quell'interessante relazione tecnica, non limitandosi a fornirne l'accurata trascrizione dal manoscritto originale, ma corredandola di note di commento e di chiavi di lettura e di ricerca, quali l'indice dei luoghi e l'indice delle persone e delle cose notevoli, strumenti che consentono una rapida navigazione all'interno dei testi. Il volume è stato realizzato con la collaborazione dell'Associazione storico culturale Monti Ausoni; anzi, l'associazione è l'ideatrice del nome della collana numerata "Monti Ausoni - Documenti" che viene aperta proprio dalla pubblicazione del libro di Pesiri e Angeloni.

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LA MONTAGNA ABITA
A VALSAVARENCHE
Copertina del libro La Montagna abita a Valsavarenche

La Montagna abita
a Valsavarenche

a cura di Adriano Chabod
e di Silvia Blanc
I Ed. il Valico,
Firenze, 2008
pp. 192; ill.; 8º
ISBN 9788890230011
EUR 20,00

Nelle 192 pagine a colori, con l'ausilio di oltre 200 foto, viene raccontata Valsavarenche, la località alpina valdostana nota per le sue suggestive vedute del Gran Paradiso, i cui 4061 metri di quota si raggiungono proprio da Valsavarenche attraverso la più facile via alpinistica fra tutte quelle che, dai vari versanti, portano in vetta alla più alta montagna interamente italiana. Sovrastata da cime elevatissime, profondamente modellata dai ghiacciai preistorici e poi trasformata, secolo dopo secolo, dalle sue eroiche antiche comunità di montanari, Valsavarenche è oggi la sede dell'ufficio tecnico del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il più antico Parco nazionale d’Italia, nato dalla trasformazione della famosa riserva delle Regie Cacce in Montagna voluta dal primo re d'Italia Vittorio Emanuele II. Della riserva delle Regie Cacce, nata nella seconda metà del XIX secolo, Valsavarenche fu la capitale e perciò uno dei 5 capitoli del libro parla interamente di quell'esperienza, che del resto ha segnato la storia recente del comune e alla quale sono legate a filo doppio le vicissitudini dello stambecco alpino, che trovò proprio sulle montagne di Valsavarenche una stazione di rifugio dove, anche grazie a speciali leggi protezionistiche, venne salvato dall'estinzione. Sia la biologia dello stambecco sia la storia del primo Parco Nazionale d'Italia sono state approfonditamente trattate nel libro di Chabod e Blanc. In occasione dell'Anno Polare Internazionale 2007 - 2008 il volume è stato dedicato alla Guida Alpina di Valsavarenche Pierre Dayné, che fu il primo italiano a varcare il circolo polare antartico e il primo in assoluto a compiere imprese alpinistiche in Antartide. L'avventura di Pierre Dayné, durata ben ventidue mesi, dall’agosto 1903 al giugno 1905, è stata minuziosamente raccontata in uno dei cinque capitoli del libro. Insieme a Pierre, sono gli abitanti di Valsavarenche i protagonisti assoluti del libro, abitanti che hanno saputo sperimentare e tramandare l'arte di lavorare insieme, indispensabile, ancora oggi, per gestire correttamente il territorio montano e non solo. In appendice il libro propone una ricca scheda scientifico-divulgativa sulla Marmotta Alpina. Della scheda fanno parte anche 15 fotografie, tutte scattate lungo i sentieri di Valsavarenche, dov'è impossibile per gli escursionisti non trasformarsi, d'estate, in appassionati osservatori delle festose scorribande messe in scena dalle marmotte attorno alle loro tane.

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ALBUM d'EMOZIONI
Copertina del libro Album d'Emozioni

Album d'Emozioni
di Alessandra Perugi
I Ed. il Valico, Firenze, 2007
pp. 54; ill.; 8º
ISBN 9788890230028
EUR 16,00

50 foto scattate da Alessandra Perugi. 50 foto selezionate per un Album d'Emozioni edito dal Valico Edizioni nella collana "il Silenzio". Stampate su cartoncino patinato Fedrigoni, le immagini a colori sono state rilegate con spirale metallica e sono state pubblicate senza alcun testo di accompagnamento; l'Album perciò si sfoglia con estrema facilità e le foto si osservano secondo una sequenza a cui si può accedere con differenti chiavi di lettura. Tutti i soggetti proposti nel libro, ghiacciai, laghi alpini, fiori e animali, appartengono comunque a quel vasto e potente mondo delle bellezze naturali capace fortunatamente d'incantare grandi e piccini, attivando quella corrente di emozioni con cui si alimentano le speranze. Il Silenzio è il titolo della collana, perché nel silenzio sono state scattate le foto pubblicate, perché nel silenzio il lettore riesce a coglierne tutta la potenza, perché finalmente il silenzio diventa esso stesso eloquente e potentemente comunicativo. E' infatti il silenzio la vera anticamera di ogni azione benintenzionata.

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Proprio i valichi, in quanto particolari conformazioni del territorio montuoso che permettono il passaggio da una valle all'altra, hanno ispirato il nome della Casa Editrice.

I valichi sono infatti vie di comunicazione che rimandano al cammino, al viaggio e all'incontro: tre momenti che stanno a fondamento di ogni importante cultura.

Accanto a una produzione contenuta, il Valico Edizioni continua a svolgere le proprie ricerche nei campi affascinanti delle scienze naturali e della fotografia editoriale.

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